Esiste una dieta pro-fertilità?
Se si pensa ad una dieta particolare, che aumenti le possibilità di rimanere incinta, la risposta è no.
La cosa più importante è tenere sotto controllo il peso.
L’obesità è infatti uno dei principali fattori capaci di influenzare la fertilità in ambo i sessi, come anche il fumo e la sedentarietà. Infatti, le donne sottopeso, ma anche quelle sovrappeso/obese, possono avere probabilità di concepimento inferiore rispetto alle normopeso.
Come migliorare la dieta in vista di una gravidanza?
E’ necessario un adeguato ed equilibrato apporto di nutrienti in termini sia di qualità che di quantità degli alimenti. La dieta mediterranea è quella che assicura un corretto apporto di macronutrienti (carboidrati, proteine e lipidi) e di micronutrienti (minerali e vitamine).
Come riportato nella piramide alimentare riportata sopra, vanno consumati:
– quotidianamente: carboidrati (preferibilmente fatti con cereali integrali, ricchi di fibre e con proprietà antiinfiammatorie) e circa cinque porzioni al giorno di frutta e/o verdura. Tutti questi alimenti contengono, in misura maggiore o minore, vitamina B9 e B6;
– non più di cinque volte a settimana la carne, alternata a pesce e legumi. Questi, invece, contengono, sempre in quantità diverse, vitamina B6, B9 e B12.
Ad ogni modo, per i condimenti si raccomanda l’uso di olio extra vergine d’oliva. Attenzione va fatta invece nell’uso di latte, suoi derivati (contenenti vitamina B12) e grassi saturi.
Queste vitamine sono importanti regolatori dei livelli di omocisteina nel sangue, i cui alti livelli potrebbero essere indice di infertilità.
In gravidanza bisogna veramente mangiare per due?
La risposta è no.
La cosa più importante da fare è seguire un’alimentazione che garantisca alla donna l’apporto delle sostanze nutritive di cui necessita. In gravidanza, infatti, aumentano il fabbisogno calorico-proteico, di vitamine, di sali minerali e altri nutrienti.
Partiamo dal presupposto che il peso pregravidico influenza l’andamento della gravidanza:
– la condizione di sottopeso è associata a una più alta incidenza di nascite premature, di neonati sottopeso e di mortalità perinatale, soprattutto se neppure durante la gravidanza vi è un adeguato aumento di peso;
– la condizione di sovrappeso e/o di eccessivo aumento durante la gravidanza espone a un maggior rischio di diabete gestazionale, ipertensione, gestosi e complicanze in corso di parto.
L’aumento ideale di peso corporeo, a prescindere dalla condizione di partenza della gestante, deve essere progressivo: durante il primo trimestre di circa 1,5 kg, successivamente dovrà essere settimanalmente di 0.5 kg in donne sottopeso, 0.4 nelle normopeso e di 0.3 nelle sovrappeso.
Dal punto di vista energetico la gravidanza nella donna richiede un supplemento di kilocalorie, utilizzate per la crescita del feto e per le numerose trasformazioni a carico dei tessuti della gestante. A partire dal secondo trimestre e fino al termine della gravidanza è richiesto un supplemento energetico di 200-400 calorie, sempre sulla base del peso pregravidico e dell’attività fisica svolta. L’aumento del fabbisogno energetico viene ottenuto mantenendo invariato il rapporto tra i macronutrienti: le proteine devono fornire il 15-20% delle calorie totali, i lipidi non superiore al 30%, i carboidrati il 50-60%.
Da tenere sotto controllo è anche il rischio toxoplasmosi.
E dopo il lieto evento?
Il latte materno è la migliore alimentazione possibile per il neonato.
Il bambino ne trae tutte le sostanze ottimali per il suo sviluppo e le sue difese. Inoltre, condiziona la sua vita futura proteggendolo da infezioni e tendenze patologiche.
L’allattamento, in termini energetici, può però essere considerato un lavoro molto impegnativo, che richiede un maggior fabbisogno calorico, anche rispetto al periodo della gravidanza. Per questa ragione, è necessario alimentarsi correttamente: bisogna infatti evitare il rischio che la madre debba ricorrere alle proprie riserve, difficili da ricreare in futuro.
La donna in allattamento, quindi, dovrà evitare una serie di alimenti dannosi sia per il bambino che per la propria riserva energetica.
Infine, va ricordata l’importanza di:
– consumare latte e derivati per l’alto contenuto di calcio;
– bere in abbondanza e consumare quotidianamente alimenti con proteine ad alto valore biologico: pesce, uova, carne e formaggi.
N.B.: L’alimentazione deve essere accompagnata da una regolare attività fisica e dal consumo di almeno due litri di acqua al giorno. In ognuna delle fasi descritte, ovviamente con cadenza e intensità diverse.