Ho riflettuto molto su come impostare questo articolo, cosa scrivere su questo argomento.
Certamente si dovrebbero citare le nuove scoperte effettuate negli ultimi anni dalla scienza. L’epigenetica ad esempio, ovvero la scoperta che un ovocita donato si trova ad interagire con l’endometrio che lo accoglie. Questa interazione-fusione permette all’endometrio della futura madre di rilasciare miRma cioè delle micro quote di corredo genetico che inevitabilmente influenzeranno il patrimonio genetico del futuro nascituro.
Argomenti molto interessanti che certamente cambiano la prospettiva dalla quale siamo abituati a vedere la fecondazione eterologa.
Ma detto ciò, il mio ruolo e le mie conoscenze mi impongono di parlare di questo argomento da un punto di vista completamente diverso.
Mi sono chiesto: cosa caratterizza l’esperienza dell’essere genitori?
Sicuramente la capacità di stare in relazione ad un “altro”, di amare un “altro”, di investire affettivamente su un “altro” cioè l’essere capaci di avvicinare accudire, custodire colui che è diverso da me, certo perché un figlio sarà sempre un altro essere umano con il suo carattere con le sue peculiarità e la competenza genitoriale si misurerà sulla capacità della madre e del padre di amare proteggere le diversità e le differenze del figlio da loro.
Quindi in questo senso ogni gravidanza è una gravidanza eterologa. Intesa come la necessità di fare spazio di creare un luogo emotivo e affettivo dove accogliere il futuro bambino diverso da Sè!
Allora vedendo la questione da questa angolatura l’importanza del corredo genetico del “mi assomiglierà?” viene fortemente ridimensionata per non dire superata, la bellezza dell’interscambio tra figlio e genitore sta proprio nell’affascinante sfida di accettare, accogliere, accudire l’altro, di creare un legame profondo e indissolubile proprio con chi è differente da me, ciò rende e renderà sempre unico e non ripetibile il legame tra un genitore e il suo bambino.
Quindi il tema della Donazione misura la coppia con una realtà che riguarda e riguarderà sempre l’esperienza dell’essere genitori, la capacità di accogliere qualcuno “altro” da me, diverso da me e proprio per questo bisognoso di un grande amore e una grande vicinanza.
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