In Italia, il carcinoma della cervice uterina rappresenta il quinto tumore per frequenza nelle donne con età inferiore ai 50 anni. Il tumore è causato da un’infezione da Papillomavirus umano (HPV), trasmesso principalmente per via sessuale e molto frequente soprattutto nei giovani.

La maggior parte delle infezioni da HPV regredisce spontaneamente senza un’importanza clinica, in alcuni casi qualora l’infezione dovesse persistere potrebbe portare allo sviluppo di lesioni nel tessuto del collo uterino ed eventualmente a neoplasia.

Esistono diversi genotipi di virus HPV, alcuni dei quali associati maggiormente a rischio di sviluppare una lesione cancerogena ( HPV 16 e HPV 18).

Dato l’alto rischio oncogeno associato al virus, è fortemente raccomandato aderire alle campagne di screening gratuite promosse dalle ASL regionali, poiché i test permettono di identificare precocemente le donne a rischio di sviluppare questa malattia.

Come funziona lo screening?

I test per la diagnosi molecolare delle infezioni da HPV sono il Pap Test e test HPV (detto anche DNA HPV test).

Queste indagini consistono nel prelievo non invasivo di cellule dal collo dell’utero (o cervice uterina) tramite l’uso di una particolare spatola e un bastoncino cotonato. Il campione di cellule successivamente verrà analizzato in laboratorio per verificare la presenza del virus.

A chi è rivolto?

L’HPV screening è rivolto alle donne di età compresa tra i 25 e i 65 anni.

Fino ai 30 anni è consigliabile effettuare il Pap Test ogni 3 anni, poiché in questa fascia d’età le infezioni da HPV sono molto frequenti, ma regrediscono spontaneamente in un’alta percentuale di casi riducendo quasi del tutto il rischio tumorale.

Il test HPV oltre i 30 anni acquista specificità essendo in grado di identificare precocemente quelle donne più a rischio di sviluppare una lesione cancerosa. Pertanto l’esecuzione è raccomandata ogni 5 anni.

Devo fare qualcosa di particolare prima dei test?

Per il programma di screening non occorre alcuna preparazione particolare. Le uniche raccomandazioni sono:

  • l’astensione dai rapporti sessuali nelle 48 ore precedenti all’esecuzione dell’esame;
  • Non eseguire il prelievo durante il ciclo mestruale e nei 2 giorni precedenti e successivi;
  • Non utilizzare deodoranti intimi, prodotti spermicidi, lavande, creme, gel, ovuli o schiume vaginali di alcun tipo.

Cosa fare se il test risulta positivo?

In linea generale, in caso di positività, va premesso che tale risultato non implica necessariamente la presenza di un tumore, è comunque raccomandato eseguire degli esami di approfondimento.
In primo luogo la donna è invitata a eseguire una colposcopia, un esame che permette la visione ingrandita delle lesioni pretumorali o tumorali e valutarne l’estensione, qualora presenti.
Alla colposcopia può far seguito una biopsia, cioè un prelievo di una porzione di tessuto anomalo a conferma.

Esiste una vaccinazione contro l’HPV?

Insieme agli esami di screening, uno strumento importantissimo per limitare il rischio di sviluppare un cancro associato all’HPV è la vaccinazione. Per questo in Italia è raccomandata e offerta gratuitamente per limitare la circolazione virale a ragazze e ragazzi a partire dagli 11 di età e viene somministrata in due dosi a distanza di 6 mesi. Se il ciclo vaccinale inizia dopo il compimento dei 15 anni, le dosi previste sono tre.

I vaccini anti-HPV oggi utilizzati proteggono contro i 9 sierotipi di HPV più pericolosi e sono estremamente sicuri ed efficaci: possono prevenire oltre il 90% delle forme tumorali associate all’HPV.

____________________________________________________________________________________________________________________________________

Leggi anche:

Il Ringiovanimento nell’infertilità: CLICCA QUI

Fallimenti ripetuti – Mancato Impianto: cosa fare? CLICCA QUI

Diagnosi di infertilità: gli esami da fare CLICCA QUI