Cos’è la prolattina?
La prolattina (PRL o ormone lattogeno) è un ormone proteico prodotto dalle cellule lattotrope dell’ipofisi anteriore. Nella donna in gravidanza ha il compito di stimolare lo sviluppo delle ghiandole mammarie e produrre il latte dopo il parto. La prolattina è rilasciata in modo pulsatile nelle ventiquattro ore con livelli più alti di notte e più bassi di giorno. La variabilità di questo ormone durante la giornata deriva da diversi fattori, come l’alimentazione e lo stress, e tendono ad innalzarsi nelle donne dopo la pubertà, probabilmente in seguito al diverso livello degli estrogeni.
Che cosa succede alla prolattina durante la gravidanza?
A inizio gravidanza i livelli di prolattina aumentano conseguentemente all’aumento degli estrogeni mentre alla fine arrivano ad essere anche dieci volte superiori rispetto a quelli di una donna non gravida. Fino a questo punto la prolattina subisce l’azione antagonista degli estrogeni, i quali però, dopo il secondamento, in seguito all’espulsione della placenta, diminuiscono drasticamente. Nelle ultime settimane di gravidanza e durante il travaglio, la stessa prolattina diminuisce per poi aumentare bruscamente subito dopo il parto e raggiungere il proprio picco nel giro di due ore. Poi ricomincia a diminuire progressivamente e dopo quattro settimane torna ai livelli del pre-parto. La suzione del neonato al seno determina un nuovo aumento di secrezione e la comparsa di picchi significativi indispensabili per garantire l’allattamento.
I valori normali di riferimento sono differenti nelle donne pre-parto e in gravidanza e sono, indicativamente, i seguenti:
- Donna non in gravidanza: 0-20 ng/mL
- Donna in gravidanza:
- durante il primo trimestre di gravidanza: 36-213 ng/ml
- nel secondo trimestre della gravidanza: 110-330 ng/ml
- al terzo trimestre della gravidanza: 137-372 ng/ml
E se è troppo alta, fa male al bambino?
In gravidanza la prolattina può alzarsi anche oltre i 300 ng/ml ma valori eccessivamente alti nel primo trimestre possono ostacolare la gravidanza stessa.
Infatti, livelli di prolattina alti alla quinta o settima settimana di gravidanza possono causare aborti precoci in quanto verrebbe meno la produzione di progesterone necessaria a nutrite l’embrione nelle primissime settimane.
Se, al contrario, la donna non è incinta, uno stato d’iperprolattinemia può causare alterazioni ormonali che comprometterebbero lo sviluppo follicolare e l’ovulazione, ostacolando persino l’inizio della gravidanza.
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