Il numero e la qualità degli ovociti diminuiscono fisiologicamente con l’età, quindi con l’avanzare degli anni è più difficile ottenere una gravidanza con metodi naturali, come anche impostare la più adeguata tecnica di riproduzione assistita. Lo stesso concetto vale per quelle donne che anche se in giovane età mostrano una ridotta fertilità.

Utilizzo del Plasma Ricco di Piastrine (PRP) nella ridotta riserva ovarica

La bassa riserva ovarica predispone ad una minor probabilità di concepimento spontaneo e ad una riduzione del numero di ovociti ottenuti nei trattamenti di stimolazione ovarica. 

Presso l’ Alma Res mi dedico da oltre 40 anni a elaborare protocolli di stimolazione personalizzati per questo tipo di pazienti per determinare i farmaci più adeguati ad una ottimale risposta ovarica. Questo approccio unito agli avanzamenti tecnologici e di laboratorio rendono oggi possibile una più ricca raccolta di ovociti nello stesso ciclo ma utilizzando due trattamenti di stimolazione (dual stim).

Ciononostante, sappiamo che esiste una dotazione di “follicoli residui dormienti” che non riescono ad attivarsi con i farmaci durante la stimolazione. Alcune ricerche suggeriscono che la somministrazione intraovarica di plasma ricco di piastrine (PRP) può attivare le ovaie aumentando il numero di ovociti ottenuti e può incrementare le possibilità di gravidanze sia naturali che con tecniche di fecondazione assistita.

Cos’è il plasma ricco di piastrine (PRP)?

Si tratta di una porzione di plasma del paziente stesso con un’elevata concentrazione di piastrine. Si ottiene dopo aver separato i componenti di un campione di sangue con una tecnica di centrifugazione. Le piastrine rilasciano una grande quantità di fattori di crescita che favoriscono la ristrutturazione e rigenerazione di diversi tessuti. 

Come può favorire la risposta ovarica?

Lo sviluppo di follicoli in fasi molto precoci dipende da diversi fattori di crescita, per cui la somministrazione di PRP direttamente nell’ovaio aumenterebbe la concentrazione degli stessi per poi favorire l’attivazione dei “follicoli dormienti”.

In cosa consiste il trattamento?

Dopo aver ottenuto un campione di sangue della paziente con un normale prelievo venoso, il PRP ottenuto si inserisce nelle ovaie mediante puntura transvaginale con sedazione, tecnica che viene svolta in regime di day hospital. La procedura con il PRP va effettuata durante il programma di fecondazione assistita per il prelievo degli ovociti  nelle pazienti che successivamente si sottopongono a stimolazione ormonale.

Dopo questa procedura, le pazienti continueranno con il trattamento farmacologico di stimolazione follicolare e con i relativi monitoraggi.

Considerando che viene utilizzato il sangue stesso della paziente, non vi è alcun rischio di rigetto. 

E’ consigliato a tutte le pazienti con bassa riserva ovarica?

Si tratta di un trattamento sperimentale con risultati molto promettenti e, sulla base della nostra esperienza di oltre 40 anni in Riproduzione Assistita, valuteremo l’efficacia su ogni singolo caso e analizzeremo le probabilità di successo e di miglioramento della risposta ovarica.

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