I tamponi cervico-vaginali sono esami diagnostici rapidi e indolore, impiegati per rilevare la presenza di infezioni cervicali e/o vaginali, causate da microrganismi patogeni.
L’esame si esegue in posizione ginecologica mediante l’uso di uno speculum che permette una migliore visuale e dunque un più facile accesso alla mucosa vaginale e alla cervice uterina o collo dell’utero. Vengono utilizzati uno o più bastoncini cotonati per campionare cellule in sfaldamento e secrezioni, che verranno successivamente analizzate in laboratorio.
In caso di esito positivo dei tamponi, è possibile effettuare l’antibiogramma(ABG) un’indagine di laboratorio che permette di individuare l’antibiotico più efficace per quel patogeno.
Il parametro di riferimento necessario per la scelta del farmaco più idoneo è la MIC (Minimal Inhibitory Concentration) ovvero la concentrazione più bassa di antibiotico capace di inibire la crescita di un batterio.
Tampone vaginale: quando eseguirlo e perché
Come tutte le mucose anche quella della cavità vaginale è colonizzata, sin dalla nascita, da microrganismi, soprattutto di origine batterica, che formano la flora residente, prima linea di difesa nei confronti dei patogeni.
La principale barriera contro le infezioni è rappresentata dai Lactobacilli, batteri in grado di mantenere il PH della regione vaginale compreso tra 4 e 4,5. L’alterazione dell’equilibrio fra questi batteri favorisce lo sviluppo di microrganismi in grado di causare infezioni vaginali o vaginosi.
Quando è indicato fare un tampone vaginale?
- Dolori o arrossamento dei genitali;
- Perdite anomale dalla vagina;
- Pesantezza nel basso ventre;
- Dolore durante i rapporti sessuali;
- Prurito o bruciore dei genitali.
Alcuni accorgimenti utili prima di eseguire l’esame:
- Astenersi dai rapporti sessuali nelle 24 ore che lo precedono;
- Sospendere ogni terapia antibiotica e antimicotica nella settimana antecedente;
- Evitare irrigazioni vaginali e terapie locali (ovuli, candelette, ecc.)
- Effettuare l’esame qualche giorno prima dell’inizio del ciclo mestruale o qualche giorno dopo la fine del ciclo stesso.
Tampone vaginale: anche in gravidanza?
Nel caso si stia programmando una gravidanza, o questa sia sopraggiunta da poco, il ginecologo può eseguire un tampone vaginale.
Successivamente, tra la trentaseiesima e la trentasettesima settimana di gestazione, si esegue un ulteriore tampone vaginale per escludere la presenza dello Streptococco beta-emolitico, che in caso di positività potrebbe causare infezioni neonatali, in grado di causare gravi danni al nascituro.
In questa fase della gravidanza, il tampone viene eseguito anche a livello rettale.
Tampone cervicale: come e perché farlo?
Il tampone cervicale viene effettuato per rilevare la presenza di microrganismi patogeni nello specifico a livello della cervice uterina, fra questi la Clamidia, sessualmente trasmissibile, la Gonorrea altra infezione sessualmente trasmissibile provocata dal batterio Neisseria gonorrhoeae, virus appartenenti alla famiglia degli herpes (HPV, HSV) e altre presenze batteriche come i micoplasmi o Ureaplsama.
L’esecuzione e preparazione dei tamponi cervicali è identica a quella indicata per il tampone vaginale.
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