Il monitoraggio follicolare permette di monitorare l’attività delle ovaie seguendo ecograficamente lo sviluppo del follicolo dominante in cicli spontanei o di più follicoli in cicli stimolati, fino ad evidenziare il momento in cui l’ovulazione sta per avvenire oppure va indotta, in corso di terapia ormonale per tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita.
Consiste nell’eseguire dei controlli ecografici pelvici seriati per via transaddominale, a vescica moderatamente piena, o preferibilmente con sonda transvaginale per una miglior risoluzione, dai primi giorni successivi all’inizio del ciclo mestruale e con cadenza stabilita caso per caso, in base a numero e dimensione dei follicoli e spessore e morfologia dell’endometrio.
Durante un ciclo spontaneo permette di identificare le seguenti fasi del ciclo ovarico:
FOLLICOLARE O PROLIFERATIVA:
un solo follicolo “dominante” inizia a crescere progressivamente a scapito degli altri follicoli per i quali, pur reclutati durante lo stesso ciclo, si arresta il processo di crescita e maturazione. All’aumentare delle dimensioni del follicolo segue la produzione degli estrogeni che inducono a loro volta delle modifiche sull’endometrio, quali aumento di spessore ed acquisizione di un’ecostruttura di tipo “trilaminare”;
OVULATORIA:
il follicolo dominante scoppia e libera l’ovocita maturo che, veicolato nelle tube, è pronto per essere fecondato se avviene l’incontro con lo spermatozoo;
LUTEINICA:
il follicolo, dopo aver liberato l’ovocita, si trasforma in corpo luteo in grado di produrre progesterone che, a sua volta, determina un ulteriore ispessimento dell’endometrio e modificazione della sua morfologia;
MESTRUALE:
se non è avvenuta la fecondazione l’endometrio inizia a sfaldarsi con conseguente sanguinamento mestruale dai genitali esterni; contestualmente inizia il reclutamento di quei follicoli tra cui si selezionerà il follicolo dominante del successivo ciclo ovarico.
L’obiettivo del monitoraggio follicolare è evidenziare la presenza o meno dell’ovulazione e la tempistica della stessa, anche con l’ausilio dei dosaggi ormonali di 17-β-estradiolo (prima dell’ovulazione) e del progesterone (dopo l’ovulazione). E’ possibile in tal modo escludere condizioni di anovulazione ovvero un ciclo caratterizzato dalla mancata crescita e maturazione del follicolo dominante.
Saltuari cicli anovulatori possono essere considerati fisiologici, anche se l’avanzare dell’età ed alcune condizioni patologiche (es. sindrome dell’ovaio policistico) possono associarsi ad una maggior frequenza di tale fenomeno con conseguente compromissione della fertilità.
Si può identificare anche una condizione chiamata Sindrome del follicolo luteinizzato (LUF Syndrome) caratterizzata dalla crescita regolare di un follicolo che si trasforma in corpo luteo, senza tuttavia che ci sia stata l’ovulazione con fuoriuscita dell’ovocita.
Inoltre, nell’ambito della Procreazione Medicalmente Assistita il monitoraggio follicolare consente di identificare i giorni fertili, potendo suggerire alla coppia i giorni più opportuni per avere rapporti sessuali (rapporti mirati) per aumentare le probabilità di un concepimento, o individuare la tempistica ottimale per indurre farmacologicamente l’ovulazione e procedere con l’Inseminazione Intrauterina o con il prelievo dell’ovocita (pick up) per tecniche di fecondazione in vitro.
– In corso di terapia ormonale di induzione dell’attività ovarica
Il monitoraggio ecografico dell’attività ovarica rappresenta il cardine sul quale si basano le tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita ed assolve ad un compito nel contempo diagnostico e terapeutico. Quando una coppia è indirizzata ad una tecnica di fecondazione in vitro il monitoraggio ecografico consente, infatti, di effettuare la conta dei follicoli antrali, ovvero quel pool di follicoli che possono essere reclutati durante un ciclo ovarico stimolato, ed identificare il protocollo terapeutico di induzione dell’attività ovarica che maggiormente si adatta alle caratteristiche cliniche ed ormonali della donna, congiuntamente alla valutazione di altri elementi.
In corso di terapia ormonale di induzione dell’attività ovarica ha l’obiettivo di:
- monitorare la risposta ovarica, in termini di crescita dei follicoli (numero e diametro) e dell’endometrio (spessore ed ecostruttura), alla terapia ormonale somministrata per indurre la crescita contemporanea di più follicoli.
- Con l’ausilio dei dosaggi ormonali (17-β-estradiolo, progesterone, LH) consente di apportare eventuali modifiche alla terapia, modulandola soprattutto in quelle condizioni caratterizzate da scarsa risposta, nella donna tipicamente “poor responder”, o eccessiva e, quindi, a rischio di sviluppare la sindrome da iperstimolazione ovarica;
- individuare il momento opportuno per indurre farmacologicamente l’ovulazione, congiuntamente alla valutazione dei dosaggi ormonali, per poi poter procedere con il prelievo ovocitario;
- monitorare le caratteristiche dell’endometrio per valutare la tempistica ottimale per procedere al trasferimento di embrioni a fresco o crioconservati.