La blastocisti
La fecondazione della cellula uovo da parte dello spermatozoo è un processo biologico che si verifica nelle tube in seguito al rilascio del gamete femminile da parte del follicolo (ovulazione). Lo zigote è il risultato biologico dell’avvenuta fecondazione e va incontro ad una serie di divisioni cellulari progressive, all’interno dello stesso tratto anatomico.
Alla quarta giornata post-fecondazione, l’embrione generatosi, prende il nome di “morula”. Questo è costituito da un numero di cellule che varia, mediamente, da 16 a 32, a questo stadio raggiunge la sede dell’impianto, la cavità uterina.
All’interno dell’utero, tra la quinta e la settima giornata post-fecondazione, l’embrione è caratterizzato da una cavità liquida simil-cistica (il “blastocele”) e le cellule che compongono l’embrione stesso iniziano il primo processo di differenziazione che porta alla formazione di due linee cellulari funzionalmente indipendenti: le cellule del trofoectoderma (o trofoblasto) che daranno vita agli annessi embrionali e le cellule della “massa interna” responsabili della formazione del feto.
L’embrione, a questo stadio prende il nome di “blastocisti”, si espande tridimensionalmente e fuoriesce dal guscio protettivo di cui era dotato per impiantarsi a livello dell’endometrio.
In cosa consiste il trasferimento embrionale
Nel campo della Medicina della Riproduzione, il “ripasso” degli eventi descritti lascia intravedere i principali vantaggi ottenibili dall’eseguire il trasferimento embrionale allo stadio di blastocisti:
- si effettua il trasferimento embrionale al momento del naturale ingresso dell’embrione nell’utero, il quale, di conseguenza, trova le migliori condizioni ambientali;
- l’embrione o gli embrioni trasferiti sono dotati, statisticamente, di probabilità di impianto maggiori. Questo perché “resistono” alla selezione naturale dovuta al protrarsi del periodo di coltura ex-vivo;
- è possibile ridurre il numero di embrioni da trasferire in utero mantenendo elevata la percentuale di ottenere una gravidanza (vedi punto precedente). Ciò riducendo, contemporaneamente, i rischi connessi all’insorgenza di gravidanze multiple.
In Laboratorio
In un laboratorio di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA), nonostante i progressi tecnico-scientifici realizzatisi nell’ambito della Medicina e Biologia della riproduzione, risulta piuttosto complesso ricreare quelle condizioni che, in natura, garantiscono che un embrioni arrivi allo stadio di blastocisti e si impianti in utero.
Tuttavia, il miglioramento nella formulazione chimica oltre che il corretto e sapiente utilizzo dei terreni di coltura per lo sviluppo embrionale in-vitro, hanno fatto in modo che una percentuale sempre crescente di embrioni sia in grado di raggiungere lo stadio di blastocisti per poi essere trasferiti in cavità uterina.
Oltre al miglioramento dei terreni di coltura, affinché in laboratorio siano riprodotte il più fedelmente possibile le condizioni fisiologiche che l’embrione incontra all’interno del tratto riproduttivo femminile, sono stati generati incubatori in grado di fornire la miscela gassosa idonea per un corretto sviluppo embrionale.
Le percentuali in Alma Res
Alma Res è da sempre votata alla ricerca scientifica e tradizionalmente attenta alle innovazioni tecnologiche fornite dagli specialisti del settore. Presso il nostro centro la percentuale di blastocisti ottenute supera l’80%, indipendentemente dal fattore età materna e dalla condizione di infertilità. Questa è calcolata sugli embrioni presenti in coltura in quinta/sesta giornata post-fecondazione.
Da un punto di vista clinico, la percentuale di gravidanza ottenuta con il trasferimento embrionale a blastocisti si attesta al 60%. Questa è calcolata sul numero di trasferimenti embrionali effettuati. Si tratta di una percentuale di successo impensabile sino alla creazione, alla dotazione e al miglioramento delle tecnologie di cui sopra. Questo dato dato è ricavato su un campione di coppie in trattamento la cui età materna è ≤ 40 anni.