La tiroide è fondamentale per la gravidanza e per questo motivo è sottoposta ad un aumento del carico funzionale. Il suo funzionamento è fondamentale per la salute materna e soprattutto fetale, visto che la  completa formazione della ghiandola nel feto avviene  al quarto-quinto mese di gestazione, mentre prima dipende dagli ormoni e dallo iodio di provenienza materna.

I primi tre mesi sono fondamentali per lo sviluppo  del sistema nervoso centrale fetale (neurogenesi, migrazione neuronale, formazione della mielina, incremento delle sinapsi, regolazioni dei geni cerebrali). Tutto questo dipende dall’aumento dell’introito di iodio materno che evita problemi di vista, di udito, e contribuisce al normale sviluppo dell’ apparato muscolare e scheletrico del feto.

L’HCG placentare aumenta nelle prime settimane di gestazione, stimola direttamente la tiroide e l’aumento dell’estradiolo con conseguente diminuzione degli ormoni tiroidei liberi (quelli realmente attivi) per aumento della proteina legante (TBG). Questa riduzione degli ormoni liberi, è responsabile dell’aumento del TSH che stimola ulteriormente la tiroide e determina un aumento del fabbisogno dello iodio.

 

Le più frequenti disfunzioni tiroidee in gravidanza 

Ipotiroidismo

La tiroidite autoimmune cronica è la causa più frequente di ipotiroidismo (escludendo l’asportazione totale chirurgica, l’irradiazione con 131-iodio e la tiroidite subacuta) ed è caratterizzata dal meccanismo autoimmune sostenuto prevalentemente  dagli Anticorpi anti perossidasi, TPOAb, e anti tireoglobulina, TgAb. E’ l’endocrinopatia più frequente nelle donne, dopo i noduli tiroidei, anche non gravide (3-4 %). La terapia dell’ipotiroidismo viene effettuata con L-tiroxina (T4), e molto raramente associata alla T3, nei casi in cui il recettore della T-4 sia meno efficace nel convertirla in T3.  La terapia è rivolta a normalizzare gli ormoni tiroidei ma non ha alcun effetto sulla riduzione del livello degli anticorpi (TPOAb e TgAb) che possono rimanere elevati.

Le complicanze dell’ipotiroidismo non trattato in gravidanza sono: nascita di un feto morto, basso peso alla nascita, ipertensione gravidica, distacco placentare, malformazioni congenite, emorragia postpartum.

Questo induce a trattare l’ipotiroidismo al più presto.

E’ necessario controllare mensilmente, nei primi tre mesi di gravidanza, i valori del TSH per mantenerlo, sempre con la tiroxina, a un valore <2,0mU/l e nel secondo trimestre  <3,00mU/l e successivamente < 3,5.-3,8 mU/l.

 

 

Ipertiroidismo

L’insorgenza di ipertiroidismo in gravidanza (aumento della funzione tiroidea) più rara dell’ipotiroidismo ha come cause gozzo diffuso tossico, gozzo tossico multinodulare, adenoma tossico, iperemesi gravidica, ipertiroidismo iodio-indotto (es eccesso di alghe marine), distruzione tessuto tiroideo esempio nella tiroidite subacuta, con immissione in circolo di ormoni tiroidei nella prima fase, eccesso somministrazione di omoni tiroidei.

In questo caso occorre dosare gli Ab antirecettore del TSH (TSHR-Ab), oltre ai TPOAb e TgAb comuni anche in altre malattie autoimmuni. Sono Ab che si legano al recettore di membrana cellulare essendo riconosciuti come stimolanti. Complicanze materne: ipertensione gravidica, preeclampsia, distacco di placenta, aborto spontaneo e parto prematuro, anemia, scompenso cardiaco e crisi tireotossica. Complicanze fetali e neonatali: ritardo di crescita intrauterina, basso peso alla nascita, prematurità, morte neonatale, malformazioni congenite e raramente ipertiroidismo fetale o neonatale.

La terapia di elezione in questo caso è il Propiltiouracile, meno dannoso sull’organogenesi del feto rispetto al Metimazolo. Tuttavia, dopo i primi tre mesi di gravidanza il Propiltiouracile,  più dannoso per la funzione epatica, deve essere sospeso per il rischio di eclampsia. Nel neonato si possono manifestare oftalmopatia e gozzo.

 

Ipertiroidismo gestazionale transitorio

Gli ormoni in eccesso in questo caso sono dovuti all’elevatissima concentrazione dell’HCG che si accompagna ad iperemesi sia per l’azione sulla tiroide che per il forte stimolo sull’estradiolo a sua volta stimolante il vomito. Non necessario somministrare farmaci antitiroidei e si risolve spontaneamente in alcune settimane. E’ necessario controllare la disidratazione secondaria al frequente vomito materno.

 

Carenza di iodio

Lo iodio  presente nel corpo umano in piccole quantità (15-20 mg) e il suo fabbisogno giornaliero è di solo 150 mcgr al giorno ma in gravidanza e allattamento aumenta a 220 – 250 mcgr al giorno per l’aumento dell’eliminazione urinaria materna in gravidanza. L’Italia è stata considerata per motivi geologici a medio contenuto iodico fino all’introduzione della vendita sale di sale iodato nei supermercati. Attualmente l’Italia ha raggiunto il giusto valore giornaliero. Sarebbe opportuno iniziare già in  preconcepimento l’incremento con appositi integratori per portare da 90-100 mcg a 220-250 mcg di iodio al giorno e per tutto l’allattamento. In questo modo si evitano il gozzo fetale e neonatale, malformazioni ossee, bassa statura e deficit cognitivi.

 

Tiroidite post-partum

Dopo 1-2 mesi dopo il parto esiste una disfunzione materna nel 5-10 % delle donne definita tiroidite post partum. Fattori di rischio per il suo sviluppo sono rilievi di anti TPO in gravidanza, diabete mellito tipo 1, una pregressa tiroidite post partum in precedenti gravidanze, presenza di gozzo, familiarità. Si presenta come una variante di una “tiroidite silente” con una prima fase di ipertiroidismo da distruzione del tessuto tiroideo per alcune settimane, da trattare solo con beta-bloccanti per ridurre la tachicardia. Segue uno spontanea fase di  ipotiroidismo da distruzione del tessuto, per circa un mese, e successivamente una lenta risalita del TSH e dell’FT4 e loro normalizzazione in eutiroidismo, se non trattato, della durata di alcune settimane. Nella fase ipotiroidea la paziente appare depressa e scambiata per una depressione del post-partum. In alcune pazienti l’ipotiroidismo diventa permanente.

 

Noduli tiroidei

I noduli della tiroide sono la patologia endocrina di più frequente riscontro, in particolare nelle donne. E’ evidente che per sostenere il sovraccarico funzionale in gravidanza la tiroide subisce un ingrandimento volumetrico, a volte modesto ma visibile e palpabile, altre più importante con formazione di noduli visibili, palpabili e altre evidenziabili solo con l’ecografia, non meno importanti. Alcuni erano già presenti prima della gravidanza altri si formano durante la gestazione. Il percorso diagnostico è identico a quelli non in gravidanza.

 

Valori ormonali in gravidanza

TSH  normale 0,1-4 mui/l

Primi 3 mesi di gestazione TSH   < 2,5   mUI/l

3-5 mesi  TSH < 3,0 mUI/l

6-9 mesi TSH > 3,5 mUI/l

Iodio assunto 200-250 mcg al giorno

 

La salute della tiroide è strettamente collegata al benessere della madre e del bambino durante la gravidanza. È fondamentale riconoscere e trattare tempestivamente eventuali disfunzioni tiroidee, come l’ipotiroidismo, l’ipertiroidismo e la carenza di iodio, per evitare complicanze. Monitorare regolarmente i livelli di TSH e seguire le indicazioni del medico sono passi cruciali per garantire una gravidanza serena e sicura.

Se sospetti di avere problemi alla tiroide o stai pianificando una gravidanza, ti consigliamo di rivolgerti a uno specialista per un controllo approfondito e un percorso personalizzato.

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